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Da un giorno all’altro

  • bompiani
  • 15 mar 2022
  • Tempo di lettura: 2 min


Da un giorno all’altro, i miei ‘amici’ di facebook sono spariti, sostituiti da persone con cui è più difficile parlare: Gigi Proietti, Gianni Morandi, Rai 5.. Una sola è sopravvissuta, la mia amica Eugenia Dubini, risparmiata perché ha una casa editrice (N.N.E), a cui fa giustamente pubblicità. Insieme a lei vi sono altre pubblicità editoriali e molte reti televisive. Come mi sono guadagnata questo parterre? E’ stato facebook, stanco di sentirmi parlare, che ha schierato tutt’intorno a me un chiacchiericcio pubblicitario, per riportarmi alla vera natura mercantile della comunicazione.

Un amico mi rassicura dicendo che il bando dovrebbe durare un mesetto. Non sarebbe infatti un’esclusione, ma una punizione, perché io capisca che ‘tutto non si può dire’, o meglio, niente si può dire fuori dal monopensiero. A questo si erano già abituati quelli che insistevano a parlare liberamente del Covid durante il Covid. Ma ora che il Covid starebbe per finire (ma se lo sono già rimangiati, come avrete visto), dove è volato il monopensiero? Nel cielo Ucraino, ovviamente.

Del resto, non si parla mai liberamente di una guerra. Anche se la combatti soltanto a colpi di mercato.

Non so se verrò perdonata da Fb e riammessa nella cerchia dei miei amici incorrotti, ma poiché qualunque forma di ricatto (ogni punizione, anche legittima, lo è) va elusa se possibile, io saluto qui gli amici perduti - e qui spero di ritrovarli. Intanto cercherò di capire come si esce da Fb, pulendosi le scarpe all’uscita.

Bisogna eludere un ricatto, quando si può. Ma si può raramente. Il ricatto è un’arma potente e la guerra è il ricatto assoluto. Forse è proprio questa la lezione che hanno imparato i no-pass come me, che, dopo aver valutato i termini del ricatto vaccinale, si sono vaccinate.

Ma il prezzo di questo immenso ricatto, la guerra, è troppo alto per resistergli. Anche se, coraggiosamente e disperatamente, il popolo ucraino insiste e resiste.

Il prezzo di quelle donne che si fanno quaranta chilometri a piedi, con le figlie, le madri e la scarsa valigia, come tanti Enea femmina, o aspettano ferme nel gelo per 24 ore trascinando bambini sfiniti, o li partoriscono in fuga, questo popolo a 12 gradi sotto zero, che infila le dita nude nelle Questo popolo di donne, che arrivano da noi assiderate, ignare se per una settimana o dieci anni, e non sanno nemmeno se fra una settimana avranno ancora qualcosa e qualcuno a cui tornare, questa invasione femminile che per il momento accogliamo, vorrei tanto che si fermasse prima che ci siamo abituati a lei o la tradiamo per un’altra (come succede con le donne afgane).

Come dicevo, di rado si può resistere a un ricatto: non bisognava mettersi nella condizione di essere ricattati. Generalmente si è responsabili, almeno in parte. Come lo sono stata io, entrando a facebook. Come lo è l’Occidente con la sua politica ipocritamente invasiva. Se ti sei messo nella condizione di essere ricattato, prima o poi lo sarai. E puoi solo trattare, non alzare il tiro.

Oggi siamo tutti nella posizione di essere ricattati, infinitamente, minuziosamente.

Il nostro compito si è ridotto a questo: con uno sforzo delle spalle e della testa, toglierci da questa condizione.

gb

 
 
 

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